
Francesca Bressan
Psicologa e Psicoterapeuta
Scelgo di presentarmi con una nota autobiografica da cui mi auguro traspaiano la mia passione e il mio impegno per le scienze umane che sono entrambe le basi delle mie competenze e del mio lavoro.
Sono nata a Roma ed ho studiato in questa città laureandomi prima in pedagogia e poi in psicologia e credo di dovere alla passione per la storia in generale e per la storia di questa città in particolare la mia confidenza con il silenzio, con la caducità e con la spiritualità della materia.
Ora che ho superato i 40 anni, e dopo 20 anni di esperienze nel sociale, ho deciso di dedicarmi alla cura del disagio psicologico utilizzando tutto il mio patrimonio culturale.
Da molti anni mi dedico alla ricerca, allo studio delle varie forme di disagio psicologico impegnandomi sempre in prima persona sul campo. Ho sempre infatti ritenuto importante concretizzare l’esperienza teorica nella pratica clinica. In questo mi ha aiutato tanto la specializzazione in psicoterapia cognitivo comportamentale, che mi ha fornito tanti strumenti.
Considero la mia formazione come una felice e faticosa stratificazione di studi accademici e studi informali. Reputo infatti le esperienze, le ricerche e i vari passaggi esistenziali della mia storia tanto pregnanti e “formativi” quanto le mie competenze e titoli “certificati”.
Dopo la specializzazione in psicoterapia, ho continuato con approfondimenti teorici ed esperienziali di psicologia, comunicazione, psicologia giuridica, sia in maniera informale che frequentando master, specializzazioni aggiornamenti. Ho fondato con la mia amica e collega Gabriella Reda l’associazione Roma Sapiens che da più di 10 anni si occupa di sostenere a Roma e Cosenza famiglie con disagio psicologico e di diritti umani, lavoro al Centro Psicologia Parioli dove mi occupo dell’organizzazione dei progetti terapeutici. Faccio parte del comitato scientifico della Brain Research Foundation di Lucca e sono membro da 5 anni della ACBS (Association for Contextual Behavioral Science).
Studio ancora e mi auguro di poter continuare a farlo sempre. Tengo però a precisare che se lo studio per me ha sempre rappresentato tanto, rimane sempre secondo rispetto alle relazioni umane, al privilegio che i miei pazienti mi hanno dato permettendomi di avvicinarmi tanto a loro.